
Clotilde, familiarmente chiamata Cloty, faceva parte della nostra numerosa e antica famiglia, ma le notizie che abbiamo su Clotilde Masci, mia cugina, sono estremamente frammentarie persino nell’ambito familiare.
Figlia di Maddalena Tibone, sposa di Francesco Masci, generale dell’Esercito, a sua volta figlia del professore Domenico Tibone, magnifico Rettore Ostetrico di Casa Reale nel seconda metà dell’Ottocento, nata ad Alba il 1 settembre 1913 e battezzata nella Parrocchia di San Lorenzo l’11 dello stesso mese con i nomi Clotilde, Elisabetta, Malda e morta a Roma nel 1985.
Sappiamo che si sposò a Cuneo il 7 aprile 1940 con Vincenzo Salvietti, da cui divorziò nel 1971 e che ha abitato ad Alba in Piemonte, a Bolzano, a Cagliari ed infine a Roma.

Clotilde, come scrittrice, ha raggiuto una certa fama tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso per aver scritto numerose commedie e drammi, trasmessi anche alla radio e alla televisione. I giornali dell’epoca riportano che vinse anche premi e riconoscimenti a livello nazionale – il premio di Scene Femminili nel 1947 per Qualcuno al timone, il premio Ruggeri nel 1960 per Ritratto di donna, nel 1964 per Fuori del tempo e di nuovo nel 1966 per Il cavallo della regina Elisabetta – soprattutto perchè mettevano in scena i cambiamenti della società italiana nel periodo del dopoguerra fino a ridosso degli anni 70, quando cominciarono in Italia le rivendicazioni delle donne per un ruolo più importante nella società. Sembra, che le opere a lei ascritte siano circa 150, opere per il teatro professionistico, per il teatro educativo tanto maschile quanto femminile che misto, per la radio, per la televisione, usando soprattutto nella fase iniziale della sua carriera lo pseudonimo di Francesca Sangiorgio.

Ad una odierna lettura appare importante il fatto che molte delle opere della Masci sono centrate intorno al matrimonio, non tanto come rapporto di coppia, ma quanto ruolo della donna all’interno della società, che in una realtà come quella del secondo dopoguerra oscillava in Italia tra casalinga, insegnante, impiegata di basso livello.
È per questo, soprattutto, che esiste questo sito: cercare di ricostruire la sua storia di donna e di scrittrice ricreando intorno a lei una rete di realtà condivise e vissute con altre persone, compagini teatrali e così via. Sperando che chi legge queste note abbia storie, aneddoti o foto da condividere.