Recensioni
Vigilia nuziale, commedia in tre atti. Teatro Olimpia di Milano, 20 maggio 1952, con Paola Borboni, Filippo Scelso, Corrado Arcicelli, Gabriella Danesi, regia di Vincenzo tieri
Le escluse, dramma andato in scena nel luglio 1950 al Teatro Eliseo di Roma, con la compagnia di Bella Starace-Sainati, per la regia di Mario Landi. Fra gli interpreti: Pina Cei (Renata), Edda Soligo (Paulette), Tino Bianchi (Daniele) e Bella Starace-Sainati (Teresina).
Alfa e Beta (1950), “Escluse, ma non dal teatro”, Rivolta Ideale, 3 agosto.
Anon. (1950), “Le escluse”, Il Quotidiano, 26 luglio.
Carancini, Gaetano (1950), “Le escluse. 3 atti di Clotilde Masci”, La Voce Repubblicana, 27 luglio.
Masserano Taricco, P. (1950), “Le escluse di Clotilde Masci”, Il Paese, 26 luglio.
Terron, Carlo (1950), “Le escluse. Tre atti di Clotilde Masci”, Il Popolo, 26 luglio.
Vice (1950a), “Le escluse”, Il Messaggero, 26 luglio.
Vice (1950b), “Le escluse di Clotilde Masci”, Il Momento, 26 luglio.
Vice (1950c), “Una novità all’Eliseo. Le escluse”, Il Quotidiano, 26 luglio.
Vice (1950d), “Le escluse”, Momento sera, 27 luglio.





Fuoco sulla roccia, dramma andato in scena al Teatro del Convegno di Milano nel dicembre 1957, per la regia di Enzo Ferrieri. Fra gli interpreti, Anna Maria Alegiani. Terron, Carlo (1957), “Adulterio fra le capre con marito francescano”, Corriere Lombardo, 23–24 dicembre.
Zago, Roberto (1958), “Novità in Palcoscenico”, Controcorrente, 36, pp. 16–17.
Tramonto all’alba, commedia in tre atti.
- Prima rappresentazione al Cinema Teatro Corso di Bolzano, l’8 marzo 1955, Compagnia stabile del Trentino e Alto Adige; regia di Fantasio Piccoli scene e costumi di Luca Crippa, interpreti: Ugo Bologna (Il dottore), Maria Teresa Caria, Marisa De Marchi, Alessandro Esposito (Il farmacista), Germana Monteverdi, Nino Monza, Sandro Mozzi, Gino Pernice (Il maestro), Maria Grazia Santarone (donna Carmina).
- Cinema Teatro Dolomiti di Trento con la stessa compagnia il 1 aprile 1955.
- Piccolo Teatro Italiano di Buenos Aires, fondato e diretto da Nino Fortuna
Clotilde Masci, un’attrice che ha tutti i numeri per diventare una delle più valide del teatro Italiano contemporaneo.
In Tramonto all’alba è la vita, sono le aspirazioni, le ambizioni e le delusioni di un gruppetto di uomini costretti a vivere in uno sperduto paesello montano con l’eterna speranza di allontanarsi, di trovare l’occasione di fuggire, ad essere dipinte. Sono i rappresentanti della classe media, quelli che si riuniscono ogni sera nella locanda di donna Carmina, sono il medico, il farmacista, il veterinario, il maestro, tutti capitati come per caso con la convinzione di essere di passaggio per qualche anno, e che giorno per giorno vedono allontanarsi sempre più la possibilità di uscire dalla morta gora.
Tutti hanno, o sperano di avere, in mano la carta buona, quella della fuga, ma tutti perdono l’occasione di giocarla, o addirittura vi rinunciano; il medico vorrebbe andare in Africa, ha già il posto assicurato, ma è la stessa donna Carmina, con la quale di tanto in tanto ha ammazzato la noia delle lunghe serate invernali, a sottrargli la lettera che lo invita a partire; e l’occasione, l’ultima, sfuma.
Il veterinario sta per sposare una ricca forestiera capitata in quella gabbia di rassegnati; ma è la stessa donna Carmina che manda a monte il matrimonio, nella speranza di affibbiare al veterinario una sua cugina. Il maestro spera di riuscire a dare i pochi esami che ancora gli mancano alla laurea, per trovare un altro posto; ma la laurea si allontana ogni giorno di più.
Il vecchio farmacista prima di chiudere gli occhi spera almeno di compiere uno di quei lunghi viaggi che ha sognato nel suo gioventù. Su tutti donna Carmina, giovane e vedova, che ormai non si fa più illusioni ma che non è disposta a rompere, lasciar rompere il ritmo tranquillo, inesorabilmente fisso della sua vita. Divisa in parti uguali tra la dignità, la bigotteria e il peccato; sincera in tutte le sue manifestazioni.
La commedia è appunto la storia di queste aspirazioni di fuga, di evasione, che ha poco a poco si smorzano, si spengono, per lasciare il posto ad una stanchezza morale che si sfoga in violente e inconcludenti reazioni verbali. Una commedia d’atmosfera dunque, una commedia in cui all’intreccio è stata sostituita una rappresentazione, una illustrazione di caratteri. In questo è sensibile l’influenza cecoviana; «Non succede nulla» diceva Barrault alludendo al «Giardino dei ciliegi» di Cechov; eppure in questo nulla è compresa una umanità un senso di potente universalità di sincerità immenso. Le storie dei singoli personaggi chiusi quasi ciascuno nel suo cerchio si trovano alla fine, confluiscono tutte nel fiume della vita; e la poesia di Cechov quella poesia che fa l’arte. Nella commedia di Clotilde Masci è invece sensibile una ingenua, semplice, commovente, sincerità, una serietà ed uno sforzo che in più di una occasione porta lo spettatore a seguire con interesse e con attenzione il lavoro al quale la regia di Fantasio Piccoli ha donato una uniforme, delicata, costante linea indirizzata a creare una sensazione di oppressione che lentamente, progressivamente sale man mano che le speranze degli uomini decrescono e la allucinante spietata durezza di donna Carmina si manifesta; una Regia che è riuscita ad ottenere la fusione del testo con l’interpretazione e la scenografia ed in questo il merito va riconosciuto all’ottimo Luca Crippa che improntando alla semplicità delle linee essenziali la sua scenografia è riuscito ad ottenere effetti di rare efficacia. Donna Carmina si è detto è un po’ il perno attorno al quale ruotano gli altri personaggi; e Maria Grazia Santarone ne è stata l’interprete misurata e attenta veramente brava nel presentare un carattere duro, scontroso di un’ambigua quasi deformata psicologia tesa ad una maligna rivincita verso il mondo troppo al suo fianco, Gli altri personaggi femminili: Germana Monteverdi e Maria Teresa Caria. Ugo Bologna. Mario Mariani Alessandro Esposito e Pernice Gino sono stati rispettivamente il dottore, il veterinario, il farmacista e il maestro.
Alto Adige – Claudio Zucchelli
A.Donati (1955) “Applaudita al Corso la prima di tramonto all’alba della Masci ” L’Adige 9 marzo 1955
M.G. (1955) ” Le recite de Il Carrozzone dal Miles al Tramonto all’alba” L’Adige 1 aprile 1955